"Dietro ogni problema c'è un'opportunità"
Galileo Galilei

martedì 24 settembre 2013

Una riflessione di Yan Lianke, popolare scrittore cinese dissidente.



Yan Lianke, autore  cinese, ha scritto recentemente il romanzo "Pensando a mio padre" - edizioni Nottetempo.
Denunciando  il materialismo che sta sommergendo il suo Paese, dice: "Il compito della letteratura è estendere, allungare la memoria. Non fare dimenticare le cose accadute. I giovani nati (in Cina) negli anni '80 e '90 non sanno cos'è stata la Cina di Mao, la Rivoluzione Culturale, il Balzo in avanti, la fame... Cioè le cose di cui non si può scrivere. Oltre che di Tienanmen."
Condivido il suo pensiero: senza la memoria un Paese muore. Nel mio piccolo, con il romanzo "Quei nostri ragazzi" ho cercato di far conoscere l'Italia degli anni '50/inizi '60 ai giovani di oggi, perché si guardino indietro per affrontare  più preparati gli anni della loro vita futura.

giovedì 19 settembre 2013

Quando è arrivata l'ispirazione per scrivere "Quei Nostri Ragazzi"?



Ho sempre voluto raccontare alle mie figlie, in modo completo, il clima in cui sono cresciuto, un'Italia diversa da quella presente, differente dal mondo attuale. Ho cominciato a farlo un paio di anni fa con un racconto lungo, ambientato in Toscana, dove sono cresciuto. Ne è seguito un secondo, un terzo, un quarto. 
A quel punto mi sono accorto che formavano un quadro complesso, che potevano essere cuciti assieme in un tutto armonico. La quinta e ultima parte l'ho scritta poco prima della pubblicazione. Mancava la sorpresa finale, che non rivelo per mantenere la suspense.

Tutti coloro che fossero interessati ad acquistare "Questi nostri ragazzi" in formato ebook possono farlo direttamente a questo indirizzo di Amazon.

mercoledì 11 settembre 2013

Scrivere finalmente...un po' di background



Ho sempre amato la letteratura, specie la narrativa. Fin da ragazzo sono stato un divoratore di romanzi, e non solo. Dopo i soliti libri dell'infanzia, Pinocchio, I ragazzi della Via Pal, Senza famiglia etc, mi sono buttato su Emilio Salgari. Penso di aver letto quasi tutto di lui, complice un mio amico benestante che possedeva decine e decine di volumi.
Alle medie e al liceo l'usuale salto di qualità: i classici romanzieri francesi, inglesi, russi, tedeschi, americani. Qualche nome? Flaubert, Dickens, Tolstoj,Thomas Mann, E.A. Poe.
Al liceo scrivevo bene, avevo voti alti in composizione. Da studente universitario ho fatto per qualche tempo anche il giornalista.
Poi la professione, dirigente d'aziende petrolifere, mi ha portato su altri lidi, ma non  mi ha allontanato dalla mia passione:leggere molto, compatibilmente col tanto viaggiare per lavoro attraverso tutti i continenti.
Solo quando sono andato in pensione ho cominciato a dar vita al desiderio sempre vivo dentro di me: scrivere qualcosa. Ne sono nati , due anni fa, un paio di romanzi brevi, raccolti nel volume "Elogio della Ricchezza", pubblicato da Sometti Editoriale di Mantova, e recentemente "Quei nostri ragazzi",  Giovane Holden Edizioni di Viareggio. Ma non mi fermerò qui...

martedì 10 settembre 2013

Se mi chiedessero di descrivere con tre aggettivi il mio ultimo romanzo...



... direi: ingenuo, riflessivo, ottimista, perché ingenui, riflessivi e ottimisti erano "Quei nostri ragazzi" che vivevano negli anni '50 e '60 nelle città della provincia italiana.
Ingenui perché  a confronto di voi ragazzi e ragazze attuali, non conoscevano tante cose con cui voi siete familiari (una per tutte, il sesso); riflessivi, perché gli studi liceali di allora, specie la filosofia, ma anche gli stimoli dei familiari, li spingevano ad esaminarsi dentro, nel fondo dell'anima; ottimisti perché si lasciavano alle spalle una guerra tremenda e il futuro non poteva che essere roseo, come lo fu.

"Quei nostri ragazzi" si trova in tutte le migliori librerie. Potete comunque acquistarlo online in formato e-book a questo indirizzo.

Cosa significa la citazione che ho scelto?



"Dietro ogni problema c'è un'opportunità", dice Galileo Galilei.
Tutti hanno dei problemi: è la prima riflessione che dobbiamo fare quando se ne presentano a noi stessi. Non per gioire del "mal comune", ma per non ritenerci subito delle vittime, delle persone sfortunate, dei perdenti predestinati.
La seconda riflessione è: visto che questo problema è ineludibile e debbo bere quel poco di amaro che comporta, posso almeno trarne qualche vantaggio? E lo si può trarre quasi sempre.
Esempi di domande da porsi: cosa posso fare  perchè non si presenti un'altra volta? Se purtroppo si ripresenta, posso agevolarne la soluzione avendo imparato dalla prima volta? C'è qualche aspetto positivo associato al problema che posso sfruttare? (ad esempio ho potuto fare nuove ed interessanti conoscenze, sono venuto a contatto con ambienti di cui non sapevo nulla e che ora conosco bene etc etc).
Sono sicuro che molti  lettori avranno fatto considerazioni analoghe. Solo però gli ottimisti o i realisti. Perchè gli altri, i pessimisti, si saranno racchiusi nel loro pessimismo e non avranno reagito come avrebbero dovuto. A loro dico: coraggio! c'è sempre tempo per darsi una mossa, una scossa e ricominciare a sperare.

Chi vuol leggere "QUEI NOSTRI RAGAZZI"?



Ho scritto questo romanzo di circa 230 pagine specialmente per due tipi di lettori, maschi e femmine:
- per quelli che erano teenagers negli anni '50-inizi '60, per far loro rivivere, spero piacevolmente e con fedeltà, quel periodo per tanti versi così interessante  ( fine della guerra, ottimismo per un futuro di libertà, preannunci del miracolo economico)
- per i teenagers di oggi, perchè si facciano un'idea di com'era la vita, amicizie, amori, studi, famiglia, religione dei loro coetanei in quell'Italia così diversa da oggi e abbiano l'opportunità di fare paragoni e di riflettere su se stessi, sui  problemi odierni dei ragazzi.


Chiunque fosse interessato all'acquisto del libro in formato ebook può direttamente acquistarlo e scaricarlo a questo link.

lunedì 9 settembre 2013

Scrivere finalmente...


Sono una persona normale, con pregi e difetti. Questi ultimi sono quelli tipici dei nati sotto il segno dello Scorpione. Perciò non sono un tipo facile ma complesso, talvolta un po' testardo, difficile ad ammettere che non ho ragione. Spesso troppo impulsivo, ma al contempo poco calcolatore, do l'anima per gli amici (ne ho ancora alcuni di quando frequentavo elementari e medie, nonostante viviamo in città diverse) e in genere vorrei aiutare tutti. Quando qualcuno mi chiede una mano non mi tiro mai indietro. Perché? Perché mi metto sempre nei panni del prossimo. In sostanza tento, non sempre riuscendoci, di applicare in positivo quanto ci suggerisce il Vangelo: "Non fare agli altri quello che non vorresti gli altri facessero a te".
Guardo alla vita con moderato ottimismo. La vita è troppo breve per oscurarla col pessimismo. I pessimisti stanno male due volte: quando prevedono il disastro e poi quando il disastro si avvera. Ci vuole realismo condito con ottimismo. Che non vuol dire incoscienza.
Mi sono laureato in chimica presso l'Università di Pisa, voto 110/110, Luglio 1963. Ho sempre svolto un'attività professionale nel campo del petrolio, con compiti dirigenziali nei settori del corporate planning, del marketing e del trading. E la forma mentis ottenuta dagli studi chimici è risultata essere un aiuto prezioso nella risoluzione delle più varie problematiche aziendali. Mala mia passione per la letteratura non è mai venuta meno e, giunto alla pensione, ho potuto dare vita al desiderio della narrativa. Scrivere finalmente... dunque.